Isola del Giglio (GR). Dopo la conclusione della missione di osservazione per evitare l’abbattimento dei mufloni presenti sull’isola da parte di uno dei nostri soci, il biologo Gianluca Amoruso, che ha trascorso 3 giorni in loco, L’Altritalia Ambiente ricerca ancora volontari da inviare lì appoggiandosi al Coordinamento Guardiani dei Mufloni che ha messo a disposizione un appartamento per coloro che, a proprie spese (viaggio e vitto), vogliano recarsi al Giglio per dissuadere i cacciatori intenzionati a sparare ai mufloni che girano liberi su quel lembo di terra toscana.
I volontari effettuano presidi in 4 punti strategici dell’isola il cui territorio è per metà parco nazionale. Il loro ruolo consiste nel farsi vedere dai cacciatori e informarli che non è del tutto chiaro se siano o meno autorizzati a ucciderli così come previsto da un decreto della regione toscana che ha dato il via alla caccia ma solo al di fuori del territorio del parco nazionale, ovvero su metà dell’isola. Non è chiaro perché mentre da un lato c’è la delibera della regione che autorizza gli abbattimenti nel periodo che va dal primo ottobre 2022 al 15 marzo 2023, dall’altro vi è la pubblicazione di uno studio sulla nota rivista scientifica Diversity, effettuato da varie università scienziati dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, della Commissione per la sopravvivenza delle specie dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN SSC), dell’Università di Sassari e dell’Università degli Studi di Siena, con la collaborazione del Cabinet Vétérinaire Les Deux Iles Santa Maria Siché, Corse du Sud, che mette in evidenza come “i mufloni presenti al Giglio siano molto probabilmente una popolazione relitta altrove estinta. Gli scienziati concludono che i mufloni del Giglio hanno un’alta priorità di conservazione e non devono essere eradicati, ma piuttosto salvaguardati in quanto elemento unico di Biodiversità”.
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Questo studio ipotizza che gli animali in questione siano di razza ancestrale sarda e quindi di conseguenza sarebbero protetti ai sensi della Legge 157/92. Poiché le autorità non hanno ancora preso atto dell’importate scoperta scientifica che renderebbe questi esemplari protetti dalla Legge, molti cacciatori sono “tentati”, forti della delibera regionale, di mettere in pratica la loro arte venatoria sparando a questi magnifici ed unici esemplari, ultimi del loro lignaggio sardo. È per questo motivo che la rete Coordinamento Guardiani dei Mufloni ha raccolto fondi per mantenere un presidio di volontari che provvedono a riprendere e fotografare i cacciatori e le loro auto avvertendoli nel contempo dei rischi e delle pene in cui potrebbero incorrere. Recepito infatti che i mufloni del Giglio siano animali protetti, rischierebbero una sanzione penale che va da 1 a 3 anni di reclusione, ritiro della licenza di caccia e multa fino a 6mila euro. L’eradicazione dei mufloni dall’isola rientra nel progetto Life Let’s Go Giglio, finanziato dall’Ue. WWF e LAV hanno sottoscritto un accordo con l’Ente parco per la cattura, il trasferimento e la sterilizzazione chirurgica di questi esemplari unici al mondo, amati dai locali e dai turisti, che dovrebbero essere protetti, costituendo ormai parte del paesaggio, del folclore e della cultura locale, oltre che un elemento unico di biodiversità. Tale piccola colonia, inoltre, potrebbe essere oggetto di turismo fotografico e per i più piccoli, occasione per scuole di etologia all’aperto, data la bellezza ed il fascino di queste bellissime creature. Al momento ne risulterebbero catturati una sessantina e nove abbattuti, su una popolazione che pare non abbia mai superato storicamente i 100 esemplari.