Una delegazione di giovani soci de L’Altritalia Ambiente ha effettuato nel mese di agosto, un’escursione sul Gran Sasso d’Italia al fine di appurare de visu le condizioni in cui versa la montagna e di documentarne lo stato di salute.
I 2 volontari, Giuliano Carpentino e Fabio Danese, entrambi della provincia di Caserta, dopo aver preparato l’attrezzatura presso il campo base, sono partiti all’alba alla volta della prima vetta, Pizzo Cefalone, a 2533 metri sul livello del mare (slm), la vetta più alta della dorsale occidentale della catena montuosa del Gran Sasso, e la settima dell’intero massiccio.
Questo il reportage della loro esperienza: “Giunti lì poco prima delle 11.00, siamo stati pervasi fin da subito dalle forti emozioni che solo la montagna sa dare, il senso di libertà che l’infinito panorama ci offriva”.
“Dopo aver riempito i nostri occhi e il nostro spirito guardando a 360° l’intero massiccio, ci siamo rimessi in cammino verso il rifugio Duca degli Abruzzi, passando per la Sella della Portella e successivamente per il Monte Portella a 2385 metri slm. Giunti sul posto ci posizioniamo a pochi metri dal rifugio”. Decidiamo di prepararci una zuppa calda, prima di cadere, dopo pranzo, in un sonno ristoratore per recuperare le forze. Sistemata la nostra auto saliamo fino all’osservatorio astronomico di Campo Imperatore, dove ci prepariamo a passare la notte”.
“Ed è proprio lì, durante la notte, che con stupore constatiamo quanto fosse elevata la temperatura esterna, eravamo ad una quota di 2100 metri slm e il termometro misurava circa 17 gradi”. L’indomani ci aspettava la scalata della vetta dei nostri appennini, il Corno Grande a 2912 metri slm. La sveglia suona prima dell’alba, ci prepariamo, facciamo colazione ed al sorgere del sole siamo pronti a partire”.
“Ed è proprio su quella cima che il nostro stupore raggiunge il suo apice. Constatiamo, con i nostri occhi, che il ghiaccio del Calderone, che avevamo già visto qualche anno prima, l’unico degli appennini, nonché il più meridionale ghiacciaio d’Europa è vicinissimo al perdere la sua classificazione di ghiacciaio perenne. Negli ultimi 50 anni si è ridotto dell’85%. Superare lo sconcerto che tale visione ci ha provocato non è stato affatto facile. Anche perché ci siamo resi conto di quanto, l’inquinamento prodotto dall’uomo, stia modificando il nostro splendido ed unico ecosistema”.
“E’ stato proprio in quei momenti che, ancor di più, abbiamo sentito il peso e la necessità e la volontà di dare il nostro contributo per cercare di fermare questo scellerato processo e siamo certi che, con L’Altritalia Ambiente, potremmo dare il nostro fattivo contributo. È stato bello condividere quel momento con i tantissimi altri escursionisti. La felicità di essere insieme, scambiarci consigli e raccontarci esperienze ci ha arricchito. In fondo è risaputo, la montagna unisce…”
“Immortalare quei momenti e poter lasciare una dedica personale nel diario conservato con cura all’interno di una croce, nel punto più alto, è stato il momento più emozionante”.
Questo il toccante reportage di 2 nostri soci che hanno voluto constatare e fotografare di persona la situazione del ghiacciaio perenne più a sud d’Europa. Un monito, affinché si possa riflettere bene sull’uso sconsiderato che facciamo dell’energia, senza farci prendere da facili entusiasmi rappresentati dalle cosiddette fonti rinnovabili che pur essendo significativamente meno impattanti degli idrocarburi non sono certamente a impatto zero.

Giuliano Carpentino, dietro con il cappello rosso, e Fabio Danese, i 2 soci de L’Altritalia protagonisti del reportage