L’isolamento può generare nei più piccini, cioè i bambini della fascia di età compresa tra i 4 e gli 11 anni, angoscia e paura. Spiegare in termini semplici il perché di questo “strano” periodo può servire a rassicurare i piccoli e ad affrontare meglio la forzata vita casalinga in cui si è costretti
di Elisa Sartini Psicologa –Psicoterapeuta Segretaria L’Altritalia Ambiente sezione di Livorno
Cari genitori, stiamo vivendo una situazione complicata e spesso noi adulti pensiamo erroneamente di proteggere i bambini non parlando di quello che accade, di come ci sentiamo, di come stiamo, cosa che i bambini comprendono perfettamente pur non essendo in grado di capire quello che ha determinato lo stato d’animo dei genitori. Per questo è importante dialogare con loro soprattutto adesso.
Come parlare ai bambini? Dobbiamo ricordare che i bambini piccoli prendono le cose alla lettera, quindi dobbiamo trovare le parole giuste per le diverse età, inoltre dobbiamo fare molta attenzione a filtrare le informazioni che vengono dalle fonti esterne, limitiamo l’invadenza dei media. La televisione sempre accesa specialmente in questo periodo può creare nella mente dei più piccoli fantasie spaventose, arrivano delle informazioni incomprensibili per loro, ci sono immagini inquietanti, dobbiamo informarli si sui fatti, dando però ampio spazio alla rassicurazione. Rassicuriamo con le parole e con i gesti, raccontare in modo chiaro e semplice cosa stia accadendo, evitare espressioni ansiogene. Per esempio è preferibile dire: “noi non vedremo i nonni questa settimana, ma li rivedremo presto, “piuttosto che dire “non vedremo i nonni questa settimana perché potrebbero ammalarsi”. Abbracci e coccole funzionano sempre a tutte le età. Non sollecitiamo domande, ma siamo sempre pronti a rispondere alle domande che il bambino fa. Parlare delle proprie emozioni è fondamentale, chiarire, ad esempio: “so che non puoi vedere il tuo amichetto e che ti dispiace, è normale, tutti si sentono così, anche io mi sento un po’ così, ma poi mi passa quando stiamo tutti insieme”. Usiamo parole semplici per esprimere le proprie emozioni, senza dimenticare tra queste la rabbia.
Cercate di creare un clima il più possibile positivo e cercate di tollerare le irritazioni. Il problema più grande dei bambini in questo momento è quello di non poter vedere le persone a cui sono affezionati: compagni di scuola materna, del nido, i nonni, è un sacrificio enorme per loro, qui la tecnologia ci viene in aiuto. Dedicate un tempo lungo nell’ambito dell’organizzazione della giornata, per stare in relazione, si possono anche creare dei rituali, per esempio la nonna che ad una determinata ora telefona e racconta una favola. E’ importante che anche insegnanti ed educatrici rimangano in contatto con i bambini. Anche qui, ricordate che, il nostro termometro sono sempre i bambini, se non volessero parlare al telefono o video chiamare non forzateli, c’è un tempo per tutte le cose.
Progettiamo il futuro Facciamo una lista tutti insieme di cose che vorremmo fare e di persone che vorremmo incontrare appena sarà nuovamente possibile. Cerchiamo di capire che idee si sono fatti di questa situazione e di quello che accade intorno a noi, perché non si va più a scuola, perché babbo e mamma non lavorano. Se riusciamo a capire che idea si sono fatti riusciremo a dare delle spiegazioni più efficaci. Spiegate il presente facendo riferimento al passato ricordando una situazione simile, ciò rende più semplice la comprensione della situazione attuale, per esempio: “adesso noi stiamo a casa perché ci sono delle persone che si sono ammalate, ti ricordi quella volta che il tuo fratellino aveva la varicella, l’influenza e tu non potevi stare con lui?
Cerchiamo di orientare il pensiero su quello che possiamo fare e le precauzioni da prendere: possiamo ricordare al bambino che è necessario lavarsi le mani tante volte, lavarle per almeno il tempo di una canzoncina, possiamo spiegare che la mascherina serve a proteggerci, le persone prudenti la usano e la possiamo personalizzare.
Ai bambini chiediamo spesso di rispettare il proprio turno: al nido, alla scuola materna etc, ricordiamogli quanto è bravo o come è capace di aspettare che tocchi a lui e che adesso dobbiamo aspettare il turno in cui finalmente potremmo uscire e incontrare i nonni e rivedere le persone care. Infine siamo indulgenti con noi stessi e con i nostri figli, ricordare le regole è importante, ma ogni tanto possiamo fare delle eccezioni, troviamo dei compromessi.