Caserta. Il “Gruppo di lavoro 31 Agosto” costituito da: Giuseppe Altieri, Segretario Nazionale de L’Altritalia Ambiente, Nando Astarita, storico del territorio e fondatore del gruppo FB Reggiando, Ciro Costagliola, Presidente IRVAT, già presidente ODAF Caserta, Francesco Canestrini, già Soprintendente ABAP Basilicata, Enrico Ferranti, già ufficio Giardini di Napoli, Cinzia Piccioni Ignorato, già ufficio Giardini di Napoli, Matteo Palmisani, Delegato Lipu Caserta, Ottavio Pannone, già presidente dell’Ordine Avvocati, Sergio Vellante, Referente Italia Nostra in ASviS, già ordinario di Economia ed Estimo Rurale e Ambientale, Raffaele Zito Agenda 21 Carditello e Regi Lagni, ha elaborato una nota inviata alle seguenti autorità: Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, Direttore Generale Massimo Osanna, Direzione Generale Musei, Soprintendente Abap Caserta e Benevento Mariano Nuzzo, D.G. della Reggia di Caserta, Tiziana Maffei, Consiglio dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Caserta, Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia di Caserta, e, p.c. Gruppo Carabinieri Forestali Caserta, direttrice della Fondazione Scuola dei Beni culturali, Alessandra Vittorini, esponendo quanto segue: A seguito dell’annuncio da parte della D.G. della Reggia di Caserta della decisione di abbattere 750 lecci disposti lungo la via d’Acqua del Parco reale di Caserta, si costituì il gruppo di lavoro spontaneo, poi denominato “Gruppo 31 agosto”, che ha prodotto documenti tecnici per informare e mobilitare l’opinione pubblica al fine di salvaguardare gli alberi e garantirne la cura contribuendo così ad ottenere la sospensione della decisione. Tuttavia il Gruppo ha continuato a tenere alta l’attenzione sulle attività in corso nel parco casertano e segnalato che, come risulta dalle documentazioni fotografiche, i tagli per la sagomatura dei lecci dell’asse centrale sono stati inadeguati e deleteri. Tali attività già segnalate in altre occasioni, e non solo da parte del Gruppo 31 agosto, riguardano interventi di potatura errati sia per il periodo che per gli interventi eccessivamente energici. È, prima di tutto, indispensabile ricordare che nel 1997 il complesso monumentale di Caserta è stato inserito all’interno della Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità compilata dall’UNESCO con la denominazione: Il Palazzo Reale del XVIII sec. con il parco, l’acquedotto del Vanvitelli e il villaggio operaio di S. Leucio riconoscendone l’alto valore storico artistico e paesaggistico. È necessario inoltre ricordare che il leccio è una latifoglia sempreverde che può vivere diversi secoli, fino a mille anni, e che tutti gli interventi di potatura e di modellatura andrebbero eseguiti con regolarità (ogni anno oppure due volte l’anno in stagioni particolarmente calde) e sempre quando la pianta è in riposo vegetativo, ovvero quando il flusso di linfa è al punto più basso. Il periodo migliore per effettuare le potature è tra gennaio e marzo, ed anche prima vista l’anticipazione delle stagioni, ma mai a primavera con la ripresa vegetativa come nel caso casertano. Inoltre per la tutela della nidificazione dell’avifauna oltre alla Legge 11 febbraio 1992, n.157, il DM dell’Ambiente del 10 marzo 2020 “Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde” all. 1, Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione, lettera e). criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico, il paragrafo Manutenzione del patrimonio arboreo e arbustivo, prescrive che “Gli interventi di potatura devono essere svolti unicamente da personale competente, in periodi che non arrecano danni alla pianta e non creano disturbo all’avifauna nidificante ed effettuati solo nei casi strettamente necessari”. La potatura dovrebbe essere effettuata con cura, evitando di tagliare rami troppo grossi in modo da non compromettere la salute dell’albero. Inoltre è importante rimuovere i rami secchi o malati ed asportare le piante morte che sono causa di infezioni parassitarie per le piante sane. Nei lavori realizzati sono stati osservati tagli di rami importanti, che sembrerebbero eseguiti senza l’utilizzo di presidi fitosanitari quali disinfettanti delle lame (alcool, bicarbonato di sodio, candeggina) e l’applicazione di paste cicatrizzanti (a base di rame, e calce spalmabili sulle ferite da taglio in quanto le stesse sono possibili vie di accesso per gli agenti patogeni come funghi, che provocano carie del legno e marciumi, e il proliferare di insetti minatori, nonché batteri e virus. Si è inoltre notato che mentre per alcuni tagli sono state utilizzate paste visibili sui rami tagliati, per altri casi non si comprende il motivo del mancato uso di tali presidi fitosanitari. In alcuni casi piante di lecci morte e rami secchi sono stati lasciati in situ senza un plausibile motivo. Tutto quanto rappresentato indicherebbe l’assenza di una direzione dei lavori accorta e competente che ignora che le piante (o rami) morte sono fonte di infezione e diffusione di parassiti animali e vegetali quali insetti, funghi, batteri, virus, deleteri per le piante sane. Tutto ciò contrasta con l’attenzione verso il restauro e la manutenzione dei giardini e parchi storici, oggetto di famosi convegni internazionali organizzati nel 2000 anche all’interno dei Parchi reali di Napoli e Caserta e con l’attuale recente organizzazione di convegni sul restauro della linea d’acqua del parco e di corsi di aggiornamento per professionisti ed esperti del restauro del verde organizzati e finanziati proprio a Caserta dal Ministero della Cultura. In sostanza, ciò che il “Gruppo 31 Agosto” sottolinea è che questa carenza e imperizia di manutenzione, possa determinare un danno ai lecci secolari altrettanto grave come quello che ne sarebbe scaturito dal loro abbattimento. Non è da trascurare il danno che produce l’errata manutenzione delle piante alla città di Caserta; i lecci della via d’Acqua unitamente a tutto il verde urbano della città, come è noto assolve ad una serie di funzioni fondamentali e vitali per la qualità della vita in città: abbattimento del livello d’inquinamento atmosferico, acustico, elettromagnetico, di fitoclimatizzazione ambientale. Il verde influisce sul mantenimento di un sano equilibrio fisico e psicologico del cittadino offrendo momenti di relax a contatto con gli elementi della natura; non è trascurabile la funzione estetica del verde che eleva notevolmente la qualità del paesaggio urbano, oltre alla funzione di abbattimento dell’anidride carbonica dell’atmosfera, ed anche questo è noto a tutti. Tanto esposto si chiede a ciascuna Autorità in indirizzo di valutare eventuali provvedimenti che si riterranno più opportuni per interventi correttivi anche con la eventuale consulenza dei numerosi docenti che hanno partecipato ai convegni e ai corsi per impartire disposizioni o consigli utili alla salvaguardia del nostro prezioso patrimonio storico-monumentale vegetale.